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ARCHITETTURA A ROMA : IL CORVIALE

Il complesso del “Nuovo Corviale”, bonariamente definito “Serpentone” si estende per 958 metri di lunghezza. Duecento metri di spessore per un’altezza di trenta metri divisi in nove piani. Un totale di 750.000 metri cubi di cemento suddivisi in 1200 appartamenti.

Il progetto del Corviale prende vita nel 1972, anno in cui lo IACP (Istituto autonomo delle case popolari) affidò ad un team di ventitre progettisti il compito di erigere il comprensorio. Diretti dall’architetto Mario Fiorentino, nel 1975 iniziarono concretamente la costruzione dell’edificio con la consegna dei primi appartamenti nel 1982, in ritardo rispetti ai tempi previsti.


L’idea, ispirata alle teorie moderne dell’architettura europea di Le Corbusier e alle utopie del Falansterio di Charles Fourier, si fondava su la forte utilità sociale che avrebbe avuto l’edificio una volta costruito. Originariamente era destinato ad essere abitato da circa 6000 persone e in grado, oltre a fornire delle vere case anche di offrire dei servizi utili alla vita quotidiana cosa che purtroppo non avvenne.

I palazzi sono due, si trovano uno di fronte all’altro e possiedono al loro interno dei ballatoi, cortili e spazi comuni. Troviamo un ulteriore edificio lineare che si unisce obliquamente al primo edificio grazie ad un ponte, formando un angolo a 45 gradi rivolto verso la città di Roma, come a rappresentare un braccio iconograficamente teso dalla nuova periferia verso il centro.

Nel progetto iniziale il palazzo era diviso in sei lotti: ognuno doveva essere dotato di sala condominiale per le attività comuni. Inoltre, erano previsti una sala per le riunioni, un anfiteatro all'aperto (realizzato), scuole, laboratori artigianali e un piano, il quarto, dedicato agli esercizi commerciali. Proprio il IV piano nel corso degli anni è stato occupato abusivamente.


Creare un edificio-quartiere era la base da cui partire. Corviale infatti, non è semplicemente oggetto di studi architettonici che con il passare degli anni hanno acquistato sempre più valore simbolico, ma è anche e soprattutto terreno su cui i sociologi hanno dato vita a grandi riflessioni. Da agglomerato che avrebbe dovuto favorire la socializzazione è divenuto un “non luogo” in cui molti vicini di casa non erano consapevoli di esserlo. L’idea definita socialista che era alle fondamenta della struttura elefantiaca costruita alla fine degli anni settanta, nel corso degli anni si è persa per la strada. Eppure è un’immagine che attira, un po’ per la sua conformazione e un po’ per la sua storia fatta di gente che lo ha vissuto e che lo vive.

Per anni, il Serpentone, sulla via Portuense, immerso del verde delle vecchie campagne romane è stato oggetto di dicerie. Molte reali. Un po’ luogo di malavita, di spaccio, di abusivismo, di degrado.


Leggende

E’ interessante dedicare qualche riga alle leggende che nel corso degli anni hanno gravitato attorno al “mostro”. La prima riguarda Fiorentino: si dice che l’architetto sia morto suicida a seguito della costruzione dell’edificio. La seconda invece colpevolizza la struttura dell’edifico talmente enorme da non permettere alla brezza marina proveniente dal Tirreno di rinfrescare le calde serate estive della capitale.


Oggi la situazione del Corviale è differente.

Il 4 dicembre 2015 è stato proclamato il progetto vincitore del concorso internazionale "Rigenerare Corviale" coordinato da Laura Peretti dello Studio Insito.

Si è emancipato culturalmente grazie al Mitreo, uno spazio di 800 metri quadrati in cui è risorta l’arte e la cultura, grazie al Vivaio D’arte in cui un gruppo di artisti portano avanti da qualche tempo un progetto di street art e grazie a Radio Impegno, con le sue dirette in streaming dal Campo dei Miracoli.



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