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NEXT STOP : IL PALAZZETTO DELL SPORT

Prosegue il nostro viaggio nel quartiere Flaminio. Dopo una prima breve sosta alla scoperta del Villaggio Olimpico, il prossimo stop è il Palazzetto dello Sport.


In occasione dei Giochi Olimpici del 1960 oltre alla necessità di accogliere gli atleti e le loro squadre in strutture ospitanti che ha portato all’edificazione del Villaggio Olimpico, c’era la necessità di un impianto sportivo che potesse essere all’altezza di un evento di simile portata.


Siamo nella seconda metà degli anni 50’ ed il CONI affida all’architetto Annibale Vitellozzi e all’ architetto-ingegnere Pier Luigi Nervi un progetto di una struttura in cemento armato e della copertura di grande luce. Si tratta della costruzione di un palazzetto sportivo.

Il palazzetto è a pianta circolare ed è coperto da una cupola di 60 metri di diametro che scarica su 36 pilastri ad Y. La cupola definita “avveniristica” rientra tra gli elementi che più colpiscono della struttura. Può essere scomposta in tanti piccoli elementi di forma triangolare e romboidale realizzati attraverso un sistema brevettato dallo stesso Nervi nel 1943 detto ferro cemento composto da un impasto di calcestruzzo disposto su griglie di 2,5 cm di spessore. Il guscio ibrido con bordo ondulato del Palazzetto dello Sport di Vitellozzi e Nervi permette di sperimentare al massimo la forma oltre all’aver sviluppato in misura elevata le potenzialità del cemento armato.


Il guscio ondulato del palazzetto è stato definito la “grande medusa” ed anche “pantheon schiacciato”. Sono infatti delle immagini evocate da Bruno Zevi per esprimere la grande forza dinamica e figurativa della struttura. Peculiarità che si aggiunge all’effetto medusa del palazzetto che visivamente si traduce in uno schiacciamento contrapposto alla forza luce che caratterizza gli interni. L’illuminazione interna è resa tale grazie anche al sistema di vetrate che lo caratterizza.


Ancora oggi è un simbolo rappresentativo non solo delle Olimpiadi 60’ ed ha contribuito alla nascita della città moderna. Precursore delle opere architettoniche “vicine” che negli ultimi anni si sono aggiunte restituendo regalità ad uno dei quartieri simbolo dell’architettura della nostra città e non solo.


A tutto questo si aggiunge un altro tema, l’importanza del cemento armato che tratteremo nello specifico nei prossimi articoli.



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